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Successo per il bergamotto calabrese in Giappone

Bergamotto

Bergamotto

Nelle scorse settimane una delegazione regionale calabrese si è recata in Giappone per promuovere il proprio sistema produttivo, in particolar modo il bergamotto, che sta avendo molto successo in Giappone. La delegazione era guidata dall’assessore alle Attività Produttive, Francesco Sulla, che è partito alla volta del Giappone insieme a rappresentanti di aziende dell’agro-industriale, della meccanica e Ict, dell’università e da amministratori locali. La giunta regionale ha così annunciato la collaborazione col Giappone: “Il Giappone grazie alle collaborazioni istituzionali e commerciali create dalla Giunta Loiero sin dal suo insediamento, è uno dei Paesi in cui la Regione ha deciso di promuovere il sistema produttivo calabrese attraverso il rafforzamento della presenza regionale sul mercato, con interventi di supporto e di accompagnamento delle imprese aggregate per settore o filiera, e attraverso la catalizzazione dei flussi di consumo, risorse e investimenti provenienti dal Giappone che agiscano da moltiplicatori per la crescita locale”. Si vuole arrivare ad “intraprendere un percorso di lavoro unitario e coordinato che possa portare alla definizione di una scala prioritaria di esigenze comuni, da soddisfare tramite programmi congiunti di promozione ed esposizione dei prodotti calabresi nei mercati giapponesi, partendo proprio dai prodotti dell’agro-industria, attraverso l’affitto di spazi espositivi nelle grandi strutture commerciali di vendita e di distribuzione. E’ stata, inoltre ,valutata la partecipazione della Regione Calabria all’Autunno 2009 che vede impegnate molte regioni, enti e istituzioni italiane in un fitto calendario di avvenimenti di promozione del Made in Italy in Giappone”

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Cibi sicuri dagli alimenti clonati

L’ente giapponese per la sicurezza animale ha dichiarato che gli alimenti che arrivano da animali clonati sono sicuri. L’ente ha compiuto uno studio per dimostrare che gli animali clonati possono arrivare sulle tavole giapponesi senza alcun problema. L’incarico è stato affidato dal Ministro della sanità giapponese nel mese di aprile dello scorso anno. Ed in questi giorni il portavoce dell’ente, Kazuo Funasaka, ha dichiarato: “Il documento del gruppo di lavoro per ora si è limitato a sostenere la salute degli animali clonati. Ma il ragionamento che sottende questa proposizione è che se gli animali sono sani lo saranno anche i loro derivati per l’alimentazione umana”.
Quindi, secondo Funasaka, gli alimenti derivati dagli animali clonati sono “equiparabili a quelli di bestiame allevato in modo tradizionale”.

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La dieta di Okinawa per vivere a lungo

Il Giappone, si sa, è uno dei paesi in cui gli ultracentenari sono più numerosi. Paese in cui gli anziani riescono ad arrivare ad età molto avanzate, grazie soprattutto ad una vita sana e ad un’alimentazione dai sani principi.
Ad Okinawa c’è un’alta percentuale di ultracentenari, che da sempre hanno uno stile di vita tranquillo e seguono una dieta a base di alimenti salutari e poco calorici.
Ed allora ecco qualche consiglio per tentare di seguire la stessa dieta di queste persone.
I piatti giapponesi sono ricchi, prima di tutto, di elementi antiossidanti come gli acidi grassi della serie omega3, che contribuiscono a proteggere le persone problemi cerebrovascolari come l’ictus o cardiovascolari come l’infarto acuto del miocardio. Inoltre permettono di abbassare i livelli di trigliceridi.
Uno dei primi elementi, considerati più importanti, è quindi quello di mangiare molto pesce. In particolar modo il pesce crudo, le cui caratteristiche benefiche rimangono inalterate.
E’ necessario comunque cercare di mangiare cibi poco calorici ed evitare l’uso eccessivo di condimenti che aumentano i grassi. Nell’isola di Okinawa, inoltre, i piatti vengono preparati con estrema attenzione, utilizzando spezie e verdure che sono molto importanti per mantenere un’alimentazione sana. Ed il cibo viene preparato con dedizione ed amore: elemento che, pare, sia molto importante, dato che oltre a mangiare cibi sani è indispensabile cercare di vivere in maniera rilassata, senza lo stress della vita quotidiana che troppo spesso angoscia le persone.
Tra i cibi che si possono mettere in tavola, ci sono i cereali integrali che sono ricchi di fibra e fanno sentire sazi senza troppe calorie. L’uso del curry è allo stesso tempo molto importante perchè contiene curcuma, che ha un potente effetto antinvecchiamento. Uno dei piatti più famosi è il “chanpuru”, a base di verdure saltate e tofu.
Se volete restare giovani e vivere a lungo, cercate quindi di seguire i consigli alimentari dell’isola di Okinawa.

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Nuove clonazioni dal Giappone per la carne del futuro

Un gruppo di ricercatori giapponesi del Gifu Prefectural Livestock Research Institute, guidati da Yoichiro Hoshino, sono riusciti a clonare 3 tori da un “antenato” morto da 13 anni. E questi tori potrebbero un giorno finire sulle tavole dei cittadini o nei supermercati. La notizia del successo della clonazione è stata pubblicata sulla rivista Plos One.
Teruhiko Wakayama, lo scienziato giapponese che alcuni mesi fa è riuscito a clonare alcuni topi da cellule congelate, è rimasto sorpreso da questo nuovo successo: “Sono rimasto meravigliato di avere saputo che i ricercatori hanno trovato cellule utilizzabili nel tessuto congelato”. Secondo lo scienziato questo potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare ad utilizzare le carni clonate anche per l’alimentazione.
Il toro antenati si chiamava Yasufuku e viveva in Giappone. Il suo sperma ha fatto nascere 40.000 vitelli. Alla sua morte, esattamente dopo 12 ore, sono state prelevate delle cellule dai suoi testicoli. Cellule congelate a -80 gradi centigradi. Dopo 10 anni sono state immerse nell’azoto liquido e conservate per tre anni. I ricercatori, con queste cellule, hanno ottenuto 5 gravidanze. Sono nati 4 vitelli, ma uno non ce l’ha fatta. Attualmente in Giappone è vietata la vendita della carne di animali clonati, ma non è detto che questo divieto in futuro non possa essere cancellato.

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La carne di balena arriva dall’Islanda

L’Agenzia di Stampa Kyodo ha reso noto che il Giappone ha iniziato ad importare carne di balena dall’Islanda.
La notizia è trapelata da alcuni funzionari del Ministero del Commercio giapponese e rappresenta la prima operazione di acquisto fatta sui mercati internazionali negli ultimi 17 anni.
L’acquisto dall’Islanda sarebbe stato autorizzato lo scorso settembre per far fronte alla richiesta di carne di balena. Alcune partite di carne sarebbero già state sdoganate e messe in commercio.
L’Islanda ha iniziato a dedicarsi alla caccia commerciale nel 2006, dopo 20 anni di moratoria su questo tipo di caccia.

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Sushi e sindrome sgombroide

Sushi

Sushi

A chi non piace il sushi? Attenzione, però, se lo mangiate, alla sindrome sgombroide, una intossicazione dovuta alla cattiva conservazione del pesce.
Finora questa sindrome era diffusa solo in Giappone e negli Stati Uniti, ma ora si sta diffondendo anche in Italia, visto il diffondersi del consumo di questo cibo.
La sindrome sgombroide è causata dall’istamina, una sostanza che si trova in tutti gli organismi e che si sviluppa in maniera eccessiva nel pesce che viene conservato male.
Questa sindrome può causare uno shock allergico anche appena dieci minuti dopo aver consumato la pietanza ed è caratterizzata da sintomi simili a quelli dell’allergia: mal di testa, rossori, nausea, vomito.
La sindrome si sviluppa soprattutto in sgombri e tonni mal conservati.
Inoltre la salsa di soia e il tamari, due condimenti che in genere vengono utilizzati per il sushi, aumentano i cattivi effetti dell’istamina sull’organismo.

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Prodotti alimentari ritirati per rischio cianuro

Continuano gli scandali alimentari in Giappone. In questi giorni sono state ritirate dal mercato giapponese quasi 3 milioni di confezioni di salsicce e altri prodotti della Itoham Foods.
Si teme che questi alimenti siano stati contaminati dal cianuro.
L’azienda alimentare è una delle più grandi del Giappone ed ha annunciato che l’acqua usata nei prodotti contiene il doppio del livello di tossine consentito dal governo.
Per questo motivo, e per evitare possibili problemi per le eventuali persone che avrebbero potuto acquistare i prodotti e mangiarli, è stato deciso il ritiro dal mercato.

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Il segreto della longevità giapponese

Recentemente il governo nipponico ha annunciato che nel Paese del Sol Levante vivono 36.276 centenari.
E anche le statistiche dimostrano che l’aspettativa di vita in Giappone è molto elevata: in media 82 anni.
Ma quale è il segreto della longevità nipponica?
Secondo Ornella Civardi, iamatologa e traduttrice, il segreto è “La dieta, sicuramente, ma anche l’attitudine mentale, la capacità dei giapponesi di “fondersi” intimamente con l’ambiente naturale. È uno strano paradosso che i giapponesi siano i più longevi, perché dal punto di vista culturale hanno una sensibilità molto forte riguardo alla transitorietà dell’esistenza. Per loro la vita è come il fiore di ciliegio: uno splendore di breve durata. Ma, come si percepisce nei testi dello scrittore Kawabata il rapporto tra dieta, stile di vita e longevità alla fine appare congruente: perché in qualche modo è connesso al rapporto forte dei giapponesi con l’ambiente”.
Da decenni molti studiosi si stanno interrogando sui motivi della longevità. Gli studi si svolgono ad Okinawa, dove vive il 15% dei centenari. E dove l’aspettativa di vita è di 86 anni per le donne e 78 per gli uomini. Secondo gli esperti dell’Okinawa Research Center for Longevity Science quest’aspettativa di vita così lunga è dovuta soprattutto alle abitudini alimentari: semivegetariane e povere di grassi animali.
Nel libro The Okinawa Diet Plan (Okinawa l’Isola dei Centenari, Sperling&Kupfer, 2008), di Bradley J. Willcox, Craig Willcox e Makoto Suzuki sono raccolti i risultati della ricerca, che possono essere riassunti in tre slogan: kuten gwa (piccole porzioni), hara hachi bu (alzarsi da tavola quando non si è del tutto sazi) e nuchi gusui (nutrirsi come se il cibo avesse proprietà medicinali).
Ma ci sono anche molti consigli alimentari: mangiare a volontà tè, cetrioli, insalata, arance, mele, zucchine, yogurt magri e alghe. In quantità moderata banane, patate, pesce, riso, pasta, legumi e pollame. In quantità ridotta pesce grasso, pane, carne rossa magra, frutta secca, pizza, gelati. E possibilmente quasi mai biscotti, noci, cioccolato, burro e olio.
E se proprio non si riesce a fare a meno del pane, allora è meglio scegliere quello integrale.

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